CROWS ZERO 2 (2009)

Crows Zero 2Noboru Kawanishi viene rilasciato dal centro di correzione giovanile dopo aver scontato la sua condanna per la morte di Makio, leader dell’istituto scolastico Hosen; ad aspettarlo c’è uno dei capi della Hozen, Matoba, in compagnia dei suoi. Kawanishi fugge e finisce in una zona controllata da Tamao Serizawa, facente parte dell’istituto Suzuran, che ivi staziona con alcuni suoi compagni. Matoba vorrebbe che gli venisse consegnato Kawanishi, ma Serizawa non intende acconsentire anche se ciò potrebbe significare la fine del patto di non belligeranza esistente tra le due scuole. A complicare le cose giunge in loco Genji, scontroso leader dei corvi di Suzuran, ne nasce uno screzio che vede Genji colpire uno degli studenti dell’Hosen; la tregua è rotta, sarà guerra tra le due scuole…

Crows Zero 2” (Kurôzu zero II) è uscito nel 2009 a due anni dal primo, fruttuoso, episodio e, come il precedente, ha prodotto inebrianti fuochi d’artificio! Il poliedrico Takashi Miike torna a incrociare la propria strada con quella del manga omonimo di Hiroshi Takahashi riprendendo esattamente da dove aveva interrotto: la battaglia per la supremazia nell’istituto Suzuran aveva arriso a Genji che, stavolta, dovrà vedersela coi furenti rivali della Hosen comandati dal temibile Narumi Taiga. Anche in questo episodio incontreremo i vari Serizawa, Izaki, Tokio e Makise ai quali si aggiungeranno nuovi antagonisti del carisma di Ryo e Tatsuya (che però non combatterà mai); dimenticavo, torna anche Rindaman (chi ha visto “Crows Zero” sa bene di chi parlo). Quindi, ancora una volta, si ripeterà il semplice, ma efficace, canovaccio che vedrà affrontarsi due scuole rivali (per non confondere il disattento pubblico occidentale si è provveduto a dotare la Hosen di eleganti divise grigio chiaro, contrapposte a quelle scure della Suzuran) a suon di micidiali e spettacolari pugni per ottenere il prestigio assoluto. Chiariamo subito che la pellicola non ha alcuno scopo didattico ed è priva di qualsivoglia inserto sentimentale, riproduce fedelmente un manga di successo e funziona incredibilmente bene sul piano dell’intrattenimento. Miike dimostra d’essere in ottima forma, infonde nel girato diversi elementi che lo caratterizzano e riesce a creare un film decisamente lineare nella successione dei fatti, conferendogli un gran ritmo nei momenti più concitati, il tutto in coerenza con le aspettative dello spettatore (lo svolgimento è di facile comprensione anche per chi non avesse visto il primo episodio). Forse, volendo cercare difetti, si può affermare che le scene di raccordo non sono molto incisive, utili solo per passare da una parte di forte impatto ad un’altra; in più la modalità di combattimento, dopo che la si è vista una volta, risulta piuttosto ripetitiva (ma pur sempre gradevole). Sono completamente assenti i personaggi femminili (Meisa Kuroki è visibile per non più di 5 minuti) e i momenti di taglio introspettivo; le molteplici parti d’azione sono di sicuro appeal e la gustosa battaglia finale, stavolta senza pioggia, riecheggia quella del primo capitolo (a sua volta ripresa dal ragguardevole “Fudoh: the new generation”, girato da Miike nel 1996), con una differenza, stavolta ci si sposta dal brullo campo all’esterno della scuola sino al tetto dell’edificio, seguendo uno schema che ricorda la pagoda di Bruce Lee (“L’ultimo combattimento di Chen”, 1972).

Istituto Hosen

Istituto Hosen

La pellicola è ambientata in una sorta di “”bolla ideale”, entro cui i ragazzi fluttuano e che è proibita agli adulti (non sono mai mostrati professori o genitori, con l’eccezione del padre di Genji, capo yakuza, che è protagonista di una storia molto marginale). Questi giovanotti, tutti sicuri di sé, innocenti e bellocci, perseguendo un ideale che può aver valenza solo a quell’età, sono sempre pronti a darsele di santa ragione, incuranti del sangue che tinge le divise e del pugno che deturpa i loro visi immacolati. C’è un qualcosa di giocoso negli scontri, i colpi inferti sono enfatizzati per farli sembrare esiziali ma non provocano danni mortali e nessuno muore; la violenza, quella vera e brutale, complemento del mondo adulto, è assente. Ottimo l’incipit munito delle usuali sequenze “illustrative” cui Miike ci ha abituato, discreti gli inserti musicali rock-pop, buone le prestazioni di Shun Oguri (che aveva brillantemente interpretato Sasaki Kojiro nell’opera teatrale “Musashi”) e Gô Ayano. Una pellicola intrigante che lambisce i confini dell’epica, un “guilty pleasure” lungo 133 stuzzicanti minuti che, insieme al primo capitolo, costituisce un imperdibile dittico di sfrontata vivacità. I maschietti saranno esaltati da questa perla giapponese.

VOTO 7,5

CROWS ZERO 2 (2009)ultima modifica: 2014-06-10T23:44:48+02:00da baronbodissey
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