Come al solito il volume è scritto in maniera accattivante (solo qualche raro passaggio risulta prolisso), lo stile è brioso e le pagine si divorano in un attimo. I personaggi si susseguono in modo intrigante, tutti legati da un sottile filo conduttore: infatti i nomi riecheggiano da un racconto all’altro in un gioco di legami più o meno profondi. Il contenuto m’ha fatto riflettere, m’ha strappato più d’un sorriso, m’ha fatto storcere il naso e m’ha fatto ripensare a quegli anni (ogni tanto, Ellis è aduso farlo in tutti i romanzi, viene citata una canzone o un gruppo di quel periodo o ancora una marca d’abbigliamento/bevanda famosa di quei tempi). Dei tredici racconti vorrei segnalare: “La scala mobile” che ha un inizio folgorante, con protagonista una signora insoddisfatta e desiderosa delle attenzioni di un coetaneo del figlio. “Sulle isole”: amara storia che narra dell’assoluta incomunicabilità tra padre e figlio; con tono leggero e molto sarcasmo sono tratteggiate benissimo queste due figure che non si incontreranno mai pur condividendo la stessa vacanza.
“Lettere da Los Angeles”: lo definirei paradigmatico! Racconto favoloso, fatto di lettere scritte da una ragazza, Anne, trasferitasi da New York a Los Angeles; in poche pagine viene tratteggiato magistralmente un racconto di formazione (al negativo). Non si può fare a meno di ravvisare nella figura della protagonista quella di molte ragazze di oggi; da leggere e far leggere. “Un’altra zona grigia”, è quello con più frasi divertenti, mostra con precisione la tranquilla vita di un ragazzo ricco. “I segreti dell’estate”: questo è il pezzo che ha sconcertato gli USA; viene messo in scena un efferato e “fighissimo” vampiro metropolitano le cui occupazioni predilette sono far sesso e “mangiare”. Le sue gesta riportano subito al pensiero quelle del suo esimio archetipo Patrick Bateman. “Sulla spiaggia”: molto triste e mordace, vede una ragazza, malata terminale, passare gli ultimi suoi giorni su una spiaggia; totale l’indifferenza dei suoi amici. Uno dei comprimari, Derf, dice, riferendosi alla morente: “Ha l’aria piuttosto merdosa” e il coprotagonista ribatte: “Ma sta morendo” e Derf:”Sì, ma comunque ha l’aria piuttosto merdosa”. Non c’è più rispetto per nulla, ogni speranza è perduta, vi sarà una via di salvezza? Il tutto raccontato sobriamente senza un briciolo di concessione per la voglia di commozione del lettore. Uno spaccato variegato e veritiero realizzato da un autore di talento; anche se non si è amato “American Psycho” (e mi pare impossibile), merita una lettura.
Nel 2009 da questa raccolta è stato tratto un buonissimo film, ma poco apprezzato, dal titolo “The informers – Vite oltre il limite“.