The Good, the Bad, the Weird: “DEATH NOTE” (2017)

Death Note 2006

Death Note 2006

Alla fine del 2003 vedeva la luce in Giappone un manga che sarebbe diventato popolarissimo nello spazio di breve tempo, il suo nome era “Death Note”. Scritto da Tsugumi Oba e disegnato da Takeshi Obata riuscì a vendere la bellezza di 27 milioni di copie in cinque anni. Questo grande successo diede il via a light novels, dorama, un cartone animato e quattro film live action; i primi due, “Death Note” (2006) e “Death Note: the Last name” (2006), entrambi diretti da Shusuke Kaneko, seguivano piuttosto fedelmente l’andamento del manga (arrivando sino al termine della vicenda tra Light e L) con un leggero aggiustamento nella conclusione. Per chi non la conoscesse dirò che la storia narra le vicende di questo quaderno sovrannaturale, il Death Note, abbandonato sulla Terra dallo shinigami (divinità della morte) Ryuk e rinvenuto dallo studente modello Light Yagami. Il quaderno ha la proprietà di uccidere, entro 40 secondi, colui il cui nome verrà scritto sulle sue pagine mentre ne viene visualizzato il volto. Light lo userà per eliminare i peggiori criminali ma si farà prendere un po’ troppo la mano tanto da attirare le attenzioni della polizia che gli metterà alle calcagna il giovane, e misterioso, detective privato L.

Ho visionato entrambi i film e debbo dire che fanno onore al manga assestandosi su un buonissimo livello e in più propongono un personaggio, L (interpretato dal bravissimo Matsuyama Ken’ichi), dotato di un carisma e un fascino incredibili (da ammirare le scene in cui mangia mele o patatine), che da solo meriterebbe la visione. I fans del manga hanno apprezzato la trasposizione cinematografica lodandone fedeltà e ottima caratterizzazione dei due personaggi principali. Ovviamente consiglio a chiunque di reperire entrambe le pellicole (anche la terza, “L change the worLd” che, pur essendo uno spin-off, dà modo di rivedere all’opera L. Senza contare il bonus d’avere alla regia Hideo “The ring” Nakata).

Death Note 2017

Death Note 2017

Sono passati dieci anni dai primi due film giapponesi e gli americani, che avendo fiutato l’affare si erano assicurati i diritti tempo fa, sono giunti al dunque. Dopo diversi anni nei quali il progetto sembrava non partire più, è finalmente passato nelle sapienti mani della popolare piattaforma digitale Netflix che ne ha portato a termine la produzione con trasmissione prevista per il prossimo 25 agosto. Questa potrebbe sembrare una bella notizia ma leggendo i vari commenti in rete (e dopo aver visto il trailer), non pare sia così. La regia è stata affidata al buon Adam Wingard che ho apprezzato in “You’re next” (2011), molto meno in “The guest” (2014) e per nulla in “Blair Witch” (2016) ed il cast è composto da semi sconosciuti (Nat Wolff spicca per l’anonima presenza). Le polemiche in rete, whitewashing in primis (attori caucasici hanno preso il posto degli attori orientali presenti nella pellicola originale), si sono sprecate e Netflix s’è affannata a spiegare che “Death Note” sarà un adattamento e non un prodotto che seguirà fedelmente l’originale. Infatti tutta la vicenda è stata spostata da Tokyo a Seattle e calata in un contesto stelle e strisce. Wingard ha dichiarato a IGN che “Death Note è un qualcosa di talmente giapponese che non è possibile trasportare gli eventi in un altro posto sperando che tutto si sistemi da solo. Sono due mondi completamente differenti” e ancora: “più cercavo di rimanere fedele al materiale originale più me ne discostavo e le cose peggioravano”; tradotto in parole povere questo vuol dire grossi guai in vista! Capisco sia un adattamento ma allora perché mantenerne il titolo originale?? Mi pare quantomeno disonesto. Se l’intento è attrarre il pubblico degli amanti del manga non potrà che fallire! Verrà propinata una storia semplificata e grossolana di un tizio che ammazza persone scrivendo il loro nome su un quaderno, calata in un contesto che non c’entra nulla con la cultura in cui era radicato l’originale! Per esempio: come possono, in America, giustificare la presenza di uno “shinigami” (sono curioso di vedere quale espediente avranno utilizzato)? Dal trailer, a parte il carisma pari a zero del nuovo Light (Turner invece che Yagami) e alcune inesattezze, ho notato che L è di colore (tale Keith Stanfield)!! Perché?? Non ha alcun senso! Perché occorre sempre essere politicamente corretti (stessa porcheria che avevano fatto con la Torcia umana nello scadente “Fantastic 4”)? Prevedo un disastro su tutta la linea e mi auguro di non sbagliare; non se ne può più di vedere questi stupri legalizzati (qualcuno ha nominato “Resident Evil”?).

Ryuk

Ryuk

Su Netflix il 25 agosto 2017

Previsione:

ABSOLUTELY and TOTALLY BAD

The Good, the Bad, the Weird: “DEATH NOTE” (2017)ultima modifica: 2017-07-29T20:13:04+02:00da baronbodissey
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in Cinema, cinema e tv, The Good, the Bad, the Weird e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.