LA DAMA DAL COLLIER DI VELLUTO (1849)

Apro questo nuovo spazio mutuandolo da quello cinematografico che ho già inaugurato qui. Mensilmente inserirò un libro, di genere ed anno variabili, non molto conosciuto (o sconosciuto) o sottovalutato che ritengo dotato di prerogative appetibili.

 

Tutti conoscono il celeberrimo scrittore francese Alexandre Dumas padre, autore di famosi romanzi come “I tre moschettieri”, “Il tulipano nero”, “Il conte di Montecristo” o “”Il visconte di Bragelonne”, ma scommetto pochissimi hanno sentito parlare de “La dama dal collier di velluto”. dumas

1846: Alexandre Dumas, ormeggiato al porto di Tunisi, ricorda una lettera che scrisse alla signora Marie Nodier, pretesto questo, che gli permette di magnificare le serate passate all’Arsenal diversi anni prima. Mattatore di quelle serate fu Charles Nodier, marito di Marie, per il quale Dumas provò una sorta di venerazione; di lui infatti disse: “Persona adorabile, senza vizi, ma pieno di difetti, di quei cari difetti che fanno l’originalità dell’uomo di genio…”. Charles Nodier fu noto bibliomane, affascinante conversatore, grande erudito e buonissimo scrittore di racconti fantastici. Uno sconosciuto Dumas si rivolse a lui per ottenere una raccomandazione affinché il suo primo dramma, “Christine“, fosse rappresentato; in seguito Nodier lo invitò alle colte serate dell’Arsenal. Dumas, nel primo capitolo, ci racconta che poco prima di morire, Nodier gli avrebbe donato la trama di una storia inedita la quale ci verrà narrata dal secondo capitolo in poi. Ivi troviamo un giovane E.T.A. Hoffmann che, dopo aver conosciuto il Maestro Murr e la di lui figlia Antonia, decide di spostarsi da Mannheim a Parigi, in quel momento in pieno Terrore (siamo nel 1793) e lì…

terrore, francia

Il più famoso prodotto del Terrore 

 

Non posso aggiunger altro perché questo piccolo e misconosciuto romanzo va gustato parola per parola, lasciandosi meravigliare dalla scintillante prosa di Dumas, il quale, scriverà pure periodi lunghi ed abitati da frequenti ripetizioni, ma ci regala un romanzo originale, avvincente, misterioso ed intriso della sua voglia di raccontare. Dumas colloca Hoffmann, noto scrittore romantico tedesco, quasi suo contemporaneo, in una Parigi cupa, funestata dal Terrore, ove chi comanda è peggio di chi comandava prima; solo che ora la bella vita è scomparsa, tutti sono “cittadini” coi medesimi oneri, i musei e le biblioteche sono chiuse, poiché si sa, potrebbero esser fonte d’ispirazione per certi intellettuali cospiratori; le esecuzioni sono l’evento giornaliero ed il nuovo sinonimo repubblicano per “cameriere” è “ufficioso”. Il Terrore vuole tutti uguali e chi non lo è, può pagare con la vita (di lì a poco ne farà le spese “l’incorruttibile” stesso). Dumas mostra la sua disapprovazione per la Francia post Luigi XVI, afferma con sarcasmo che la prima preoccupazione dei rivoluzionari fu cambiare il nome a strade e piazze, Ma questa è solo l’inquietante cornice storica nella quale il musicista e scrittore tedesco si muoverà; la sua sarà un’avventura fosca, insolita e bizzarra.

 

damaTutto appare come una gigantesca illusione, ogni azione sbagliata o avventata comporterà un prezzo da pagare; paradigmatica sarà l’esecuzione di Madame Du Barry, corrusca visione di uno stralunato Hoffmann. Devo annotare che il massimo paladino del romanzo storico ci consegna anche, tra le righe, la sua buona opinione riguardo Voltaire e De Sade. Ovviamente la vicenda principale è pura invenzione (la traccia base si deve alla commistione di svariati racconti di autori coevi a Dumas) anche se alcuni personaggi vissero realmente, ed alcuni conobbero Hoffmann: l’amico Zacharias Werner, il maestro Murr, Danton. Dumas dilata e modifica la Storia per poterci infilare le sue idee, la sua abilità narrativa e i suoi personaggi dando vita ad un’opera singolare che tocca una sfera, quella del fantastico e dell’orrore, sconosciuta presso il grande pubblico dei suoi estimatori.

Allusioni ed illusioni accompagnano il lettore sino al sorprendente finale; ogni pagina è gradevolissima e piena d’atmosfera, si segue tutto con grande facilità ed interesse. Hoffmann, ammirato maestro del fantastico moderno e simbolo del vero spirito romantico tedesco, viene omaggiato con deferenza, ed in questo caso, Dumas, degnamente gli si sostituisce con questa chicca rutilante.

 

LA DAMA DAL COLLIER DI VELLUTO (1849)ultima modifica: 2013-07-26T02:48:00+02:00da baronbodissey
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in Libri, Libri che forse non avete letto! e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a LA DAMA DAL COLLIER DI VELLUTO (1849)

I commenti sono chiusi.