E horror, fantascienza ed avventura?

Un vecchio detto vorrebbe gli italiani come un popolo di santi, navigatori e poeti; visto il successo ottenuto dalla raccolta di “manoscritti” per tentare la partecipazione al nuovo talent di RaiTre (che consentirà al vincitore la pubblicazione per i tipi di Bompiani), dovremmo aggiungere anche “romanzieri”. 

 

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Masterpiece, programma che andrà in onda dal 10 di novembre, ha ricevuto la bellezza di 5000 “manoscritti” da parte degli aspiranti scrittori. Quel che ha attirato il mio interesse non è il fatto che un terzo degli aspiranti sia di sesso femminile o che la media d’età dei papabili concorrenti sia compresa tra i 30 e i 40 anni, ma la “classifica”, per generi, degli scritti inviati.

 

Secondo quanto è stato rivelato i romanzi amorosi e quelli fantasy sarebbero ai primi due posti, a ruota i romanzi drammatici – di formazione – storici – sociali e psicologici, seguiti dai thriller e mesti, agli ultimi posti, fantascienza e avventura. Romanzi orrorifici e comici non menzionati.

 

 

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Mi domando, se è vero che chi scrive lo fa impegnandosi nel genere che ama/vorrebbe leggere: questi aspiranti scrittori sono già così supinamente piegati alla logiche mainstream? In quale recondito anfratto è andato a nascondersi il genio del loro gusto personale?

Guarda caso i due generi più battuti sono quelli che dominano l’odierno mercato e che, inopinatamente, riempiono gli scaffali nelle librerie: sfumature di vari colori, corruschi vampiri innamorati, erotismo d’assalto stile Harmony o buffi maghetti occhialuti ed elfetti calati in magici mondi pieni di donzelle e draghi. (Debbo necessariamente esplicitare la mia idiosincrasia per il romanzo sentimentle e le sue declinazioni, nuovo cancro letterario; non ho niente contro il fantasy, specie quelllo “classico” che è ottimo, mentre ho un’avversione per quello contemporaneo che mi pare misera cosa anche se rappresenta, ahimè, la principale fonte cui attingono quasi tutte le opere in circolazione).

  

Ma ciò che mi sorprende maggiormente, in negativo, sono gli ultimi posti di fantascienza e avventura; forse perché la prima ritenuta troppo complessa e la seconda fanciullesca? Vittime inconsapevoli d’infondati pregiudizi. Possibile che non vi sia nessuno voglioso di emulare i vari Verne, Heinlein, Salgari, Bradbury, Howard e Dick? Versa in così disperate condizioni la sfera letteraria italiana (editori che cercano di muoversi su terreni certi, lettori sonnolenti, scrittori privi d’audacia ed inventiva)? 

 

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Cthulhu aiutaci tu!

 

Debbo forse supporre che una massa di nubi cineree e funeree si sia addensata sull’orrorifico, genere antico e dal gran lignaggio, nobilitato da Lovecraft e Poe? Immagino che la causa sia da ricercare nel fatto che per far paura e far ridere siano necessari perizia ed ingegno, doti che pochi aspiranti scrittori possiedono. Se lo status quo è questo, l’inquietante quesito finale non potrà che essere: chi ci salverà dal romance e dalle sue sfumature? 

 

 

 

E horror, fantascienza ed avventura?ultima modifica: 2013-09-02T23:36:00+02:00da baronbodissey
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