Internauti: un popolo di valenti scrittori?

social network,letteratura,ebookIl mondo è ormai globalizzato e l’esplosione inarrestabile dei social network ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di questo evento. Ma nell’ambito social – letterario cosa ha comportato questa diffusione? Una modalità comportamentale che prevede la sovraesposizione dell’individuo, il quale, aduso internauta, è stato pervaso da un’incoercibile voglia di lasciare un segno, di farsi notare, di raccontare e di esprimersi. Perché questa affermazione? Negli ultimi mesi, forse a causa della parallela crescente diffusione degli ebook, ho constatato che la maggioranza dei blog visitati è abitata da aspiranti scrittori/trici. Ovunque un massiccio proliferare di brani estratti dal proprio ebook, di commenti ripresi da siti di vendita e di sfrontati post autopromozionali, tanto che non ho potuto fare a meno di domandarmi: ma sono diventati tutti scrittori? Mi pare che l’atto del “pubblicare”, com’era inteso dieci o più anni fa (su carta e con un gruppo di persone specializzate), abbia perso ogni valenza “ieratica”: ho sempre ritenuto che quest’atto, nella maggioranza dei casi, dovesse esser riservato a un esiguo numero di persone in possesso di una base di studio adeguata, di comprovata cultura, abilità, talento e professionalità. 

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La crescente accessibilità alla rete ha portato a un’incontrollata esplosione di testi di tutti i generi, chiunque ha la possibilità di pubblicare qualsiasi cosa in qualsiavoglia momento; condivisione è divenuta la parola chiave. Ogni neo-scrittore si augura, legittimamente, che un altro come lui possa leggere il proprio lavoro e perciò si adopera per l’autopubblicazione o/e condivide il proprio scritto, a puntate, sul blog personale; ma ho l’impressione che ci si rivolga a tanti singoli individui, infiniti se stessi, frammentati nei mille canali della “rete”, impossibili da riunire in un’unica massa di possibili, attenti, “lettori”. Giusto, invero, che ognuno possa avere la possibilità di scrivere di ciò che gli piace, conosce o interessa, ma siamo sicuri che questa sorta di “autorialità universale“, sia un bene? Nessun controllo e illimitata scelta, non sono, canonicamente, sinonimo di bassa qualità?

social network,letteratura,ebookLa consuetudine insegna che “tanto” non ha mai fatto rima con “buono” e a questo si aggiunga il fatto che il potenziale lettore ha già la mente obnubilata dalla pessima letteratura contemporanea; come uscire vincitori da questa giungla digitale? L’autorialità non dovrebbe avere come prerogativa precipua l’essere portata avanti da pochi? La moltiplicazione degli autori non potrebbe portare alla disintegrazione e allo svuotamento del termine stesso con annessa diminuzione della qualità? A forza di navigare, lo spazio s’è riempito di satelliti, sonde, razzi e il cielo non si vede più. Tutto è immobile, compresso, immerso in una grande ondata di creatività, troppa perché possa produrre qualcosa di valevole.

Internauti: un popolo di valenti scrittori?ultima modifica: 2013-11-14T23:43:00+01:00da baronbodissey
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4 risposte a Internauti: un popolo di valenti scrittori?

  1. purinella scrive:

    Ah! vorrei essere una navicella spaziale lancia missili per fare un po’ di pulizia 😛 😀

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