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Esattamente una settimana fa avveniva la definitiva migrazione di Myblog su WordPress. Il dado era tratto: un nuovo, stupefacente mondo, magnificato da continui annunci flash, stava per avere inizio. Sono entrato con circospezione in questa novità e devo ammettere che la prima impressione è negativa. Da qualche mese avevo cominciato a postare con una certa regolarità, il passaggio mi ha creato, di certo cumulati con quelli di molti altri utenti, diversi disagi. Sono spariti ben due post (lo staff mi dice che sono irrecuperabili, li ringrazio vivamente), tra un articolo e l’altro i caratteri risultano diversi, alcuni di essi non si leggono nemmeno poiché riportati in bianco su sfondo bianco; lo spaziatura di diverse immagini è errata. Il prospettato “nuovo mondo”, saturo di meraviglie, parrebbe ostile.

L’impostazione di questa piattaforma non mi piace, per nulla. Sono tre giorni che la esploro e devo riconoscerlo: non mi ci trovo;  ci sono troppe opzioni di cui non capisco né il funzionamento né l’utilità, il complesso difetta di semplicità. Una sorta di scoramento mi attanaglia mentre osservo la bacheca che offre tante, troppe, soluzioni opzionabili: pare un  immenso prato, onusto di fiori, alcuni dei quali potrebbero risultare di incommensurabile bellezza, che però l’occhio non riesce nemmeno a individuare. Per me è sempre valsa l’idea che, non sempre, nuovo faccia rima con bello ed entusiasmante, anzi, lo ammetto, odio i cambiamenti. Gli americani hanno un motto assai bello che in italiano suona così: “se una cosa funziona perché aggiustarla”? Questo è proprio quello che è avvenuto col defunto, pace all’anima sua, Myblog: dalla semplicità si è passati alla complessità; ma non sono sempre le donne più genuine quelle migliori? Per ora il giudzio resta sospeso, anche se le prime impressioni sono eminentemente negative. Ora scappo, il nuovo blog nasce oggi e devo ancora sistemare/capire molte cose…