UN’ESTATE PERICOLOSA (1959)

Ernest Hemingway

Ernest Hemingway

Forse è un nome scontato, tutti lo conoscono, molti ostentano una certa allergia verso la sua scrittura, ma quanti l’hanno letto veramente? Ebbene, devo ammettere che Ernest Hemingway rappresenta il mio approdo sicuro: quando mi ritrovo circondato da  una marea di dozzinali volumi contemporanei e moderni, compare il titolo di un suo romanzo a donarmi la certezza di qualcosa di solido e gradevole. Se avete apprezzato lo splendido “Fiesta” indubitabilmente avrete voglia di un nuovo viaggio nella penisola iberica al seguito di eroici toreri e perciò non posso che segnalarvi “Un’estate pericolosa“. Se in “Fiesta” la figura del matador era modellata sull’immagine di Cayetano ‘”Niño de la Palma” Ordonez, qui v’è la contrapposizione, la sfida lunga un’estate, tra Antonio Ordonez (il più grande matador che Hemingway vide all’opera) e Luis Miguel, entrambi suoi amici. Nato come reportage giornalistico per la rivista “Life” il libro prende in esame la favolosa “temporada” del 1959, stagione che permetterà a Hemingway di ritornare, dopo tanti anni, a spostarsi sul territorio dell’amatissima Spagna. In primo piano c’è la storia dell’amicizia tra Ernest e Antonio legata alla volontà dello scrittore di far sapere al mondo intero “il posto che Antonio occupava nella storia delle corride”. Sullo sfondo è sempre presente la magica Spagna: polverosa, assolata, ventosa, rigogliosa; con le sue querce, le vigne, le fattorie di pietre, i campi di ginesre, le frastagliate colline montuose, le strade ripide e tortuose, il buon cibo e l’ottimo vino. La meticolosa descrizione delle corride è fantastica, in molti passaggi si raggiungono vette di assoluta epicità (ad Aranjuez, Antonio dice al fratello: “E tu saresti un Ordonez?”), in talune esibizioni di questa moderna tauromachia non si può far a meno di parteggiare per le sorti del matador nell’arena.

Corrida

Corrida

Il duello tra Antonio e Miguel è puro lirismo: coraggio e purezza d’animo permeano le gesta dei nostri eroi ed Hemingway, pur stimando Miguel, prende a parteggiare per Antonio verso cui nutre una sconsiderata ammirazione. Sia nelle azioni compiute in quella stagione che nelle considerazioni fatte nel reportage lo scrittore esalta il matador preferito. La critica vi ha ravvisato evidente faziosità poiché in quegli scontri non è vero, a differenza di quanto vide e affermò Hemingway, che vi fu una netta affermazione di Antonio, ma si ebbe un sostanziale pareggio. Il romanzo è intriso di nostalgia per il passato e di sottile consapevolezza dell’ineluttabile, ma risulta avvincente, appassionato e vivace; la semplice, secca e limpida scrittura culla il lettore avvolgendolo inesorabilmente: non gli dà tregua, lo fa sorridere, rattristare, riflettere. Scritto con amorevolezza nei momenti precedenti la morte, certifica una volta di più l’importanza di alcune tematiche care allo scrittore: la voglia di comprendere la realtà circostante, l’amicizia,  la Spagna e le corride. Un difetto riscontrabile nel racconto è che in certi passaggi risulta prolisso, si fa fatica a intendere di cosa si parli e non solo nei tratti imbevuti di tecnicismi riguardanti le battaglie coi tori. Ho letto che queste sbavature sarebbero da imputare al fatto che Hemingway fosse già sofferente di gravi crisi: i mancamenti di memoria eran frequenti, il suo mal di vivere era già accentuatissimo (era convinto di aver scritto una schifezza, un anno dopo aver terminato il romanzo/reportage si suicidò). Al termine del volume è presente un utilissimo glossario completo di tutti i termini tecnici usati per descrivere le corride. Non so se potrebbe piacere a tutti, io sono chiaramente di parte e l’ho adorato, però trascendendo le speculazioni animaliste sulla bruttura delle corride, si può aver l’occasione di leggere un romanzo entusiasmante ancorchè imperfetto.

UN’ESTATE PERICOLOSA (1959)ultima modifica: 2013-11-29T04:23:38+01:00da baronbodissey
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3 risposte a UN’ESTATE PERICOLOSA (1959)

  1. purinella scrive:

    Affascinante! ne parli proprio con tanta passione, si sente che Hemingway è uno dei tuoi pupilli 😀
    Mi scavo la buca da sola… di suo ho letto solo “Addio alle armi” e “Il vecchio e il mare” ai tempi dei tempi e il secondo non mi aveva fatto proprio proprio impazzire…
    Vorrei tanto rileggere qualcosa di suo, hai qualche consiglio da darmi? 🙂

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