5 FILM di FANTASCIENZA degli anni ’90, poco noti!

Come avevo anticipato a ottobre  ecco una nuova  Top (visto che mi piacciono tanto) che vedrà protagonisti cinque film di Fantascienza poco, o per nulla, conosciuti (da notare che non ve n’è nessuno made in USA) degli anni ’90. Stavolta un paio dei presenti sono decisamente contaminati da elementi orrorifici; l’ordine è casuale:

 

Tetsuo,1 – Il cubo (Cube, 1997) di Vincenzo Natali

Un eterogeneo gruppetto di persone si sveglia trovandosi rinchiuso in una bianca stanza a forma di cubo senza sapere il perchè. Ognuno dei sei lati possiede un accesso chiuso, il cui meccanismo di apertura è da scoprire, e porta ad una stanza attigua, sempre vuota e delle medesime dimensioni della precedente. Cos’è questo posto? Perché alcune stanze sono trappole mortali? Riusciranno i prigionieri  a uscirne sani e salvi? Un piccolo film con tinte thriller costato pochissimo ma dotato di un’originale idea di fondo. La caratterizzazione dei personaggi è un po’ sterotipata e sopra le righe, però la trama non scricchiola e si lascia seguire con interesse. Le sorprese e le scene sanguinolente sono un gradevole bonus.

 

Tetsuo II 1992.jpg2 – Tetsuo II: Body hammer (1992) di Shingya Tsukamoto

Seguito dello sconvolgente Tetsuo: l’uomo di ferro (che consiglio). Tomoo Taniguchi subisce un enorme sopruso da una banda di malviventi; come reazione il suo corpo muta in un’arma da fuoco letale. Inizia il suo confronto col capo dei criminali, Yatsu. Pur avendo perso la componente di sovversiva novità intrinseca al primo episodio, pure qui viene dispiegata una dimostrazione di potenza d’insieme non trascurabile. La materia organica muta, la fusione di metallo e carne porta a un processo di disumanizzazione del protagonista. La cornice è sempre horror  / cyberpunk / industrial ma, rispetto al primo episodio, viene abbandonato il b/n ed è minimizzato l’aspetto erotico. Una pellicola originale e di grande impatto; a tratti delirante e brutale, non è assolutamente un prodotto adatto a tutti, anzi…

 

Tetsuo,3 – Ghost in the shell (1995) di Mamoru Oshii

Si, è un film d’animazione ed è tratto da un popolare manga di Masamune Shirow. Ci troviamo davanti a un’opera molto complessa, che propone temi interessanti ed estremamente attuali.  Anch’esso ha influenzato la realizzazione di Matrix. Un film che presenta alcune scene di grande lirismo ma che fa dei toni cupi, dell’introspezione, della profondità dei dialoghi e dell’approccio filosofico – religioso la sua forza contundente. In uno scenario cyberpunk vengono sviscerate questioni etico – morali che scavano nel rapporto tra tecnologia ed essere umano; il tutto è bagnato da elementi religiosi che porteranno a un finale che farà riflettere sul significato della vita. Molto buona l’animazione. Richiede una soglia alta di attenzione durante la visione.

 

Tetsuo,4 – Hardware – Metallo letale (1990) di Richard Stanley

In un deserto radioattivo in un imprecisato futuro post atomico viene rinvenuto un cyborg denominato Mark 13. Questo robot era stato creato per un unico scopo: porre fine alla  sovrappopolazione terrestre ed è questo lo scopo che perseguirà da un certo punto del film in poi. Pellicola bizzarra e psichedelica che  si avvale di una regia elettrizzante curata dal mai abbastanza apprezzato Stanley (regista proveniente dal mondo dei videoclips).   L’andamento è serrato, come un breve giro sulle montagne russe, l’estetica cyberpunk (cybersplatter?) si sposa bene con i vari eccessi distribuiti ovunque. Pazzo, divertente e indimenticabile; un vero guilty pleasure. Anche questa non è una visione adatta a un pubblico delicato.

 

Tetsuo,5 – La città dei bambini perduti / La città perduti (Le cité des enfants perdus, 1995) di Jean Pierre Jeunet – Marc Caro

Uno scienziato strano e anziano di nome Krank ha un grosso problema, non riesce a sognare; per rimediare a ciò fa rapire dei bambini per carpire i loro sogni. Un nano e i suoi cloni lo aiutano in questo intento; in più c’è un cervello conservato in una teca che può comunicare con lui e lo contraria a più non posso. Viene rapito Denree, fratello del gigantesco One; una dolce ragazzina, Miette, lo aiuterà a giungere nella città dei bambini perduti per tentare di recuperarlo. Un film che è una vera delizia visiva; la fiabesca ambientazione stavolta volge i suoi occhi verso affascinanti atmosfere steampunk. Scritto e diretto dai geniali Jeunet (quello del favoloso mondo di Amelie) e Caro si avvale delle scenografie di quest’ultimo e della fotografia del premio Oscar Darius Khondji. Delicatissimo il rapporto che si crea tra Miette e One. E poi c’è Ron Perlman (One). Per me è imperdibile!  

5 FILM di FANTASCIENZA degli anni ’90, poco noti!ultima modifica: 2014-02-10T23:57:32+01:00da baronbodissey
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