POISON (1991)

Poison 1991Quel prezioso santuario arcano che è “Fuori orario” regala sovente la visione di pellicole inusuali e difficilmente reperibili; questo “Poison” del 1991 è una di quelle e rappresenta il primo lungometraggio di Todd Haynes (regista dei mirabili “Velvet Goldmine“, 1998 e “Lontano dal paradiso“, 2002). “Poison” è costituito da tre differenti vicende ognuna delle quali è stata spezzettata in più parti per poi essere cucita insieme a quelle degli altri racconti andando a creare una sorta di complesso puzzle. I 3 episodi sono i seguenti:
HERO: la signora Beacon racconta di come suo figlio abbia ucciso il marito sparandogli e poi sia letteralmente volato via dal davanzale di una finestra non facendo mai più ritorno a casa. Questo primo episodio è raccontato sottoforma di documentario (quasi patinato benché si avvalga di colori “luridi”) in cui i conoscenti vengono intervistati per parlare dello strano ragazzino e per capire le motivazioni del suo gesto.
HORROR: il Dr.Graves riesce ad isolare il “siero del desiderio sessuale” ma, per puro sbaglio, lo berrà da una ciotolina trasformandosi in una specie di mostro senziente che contagerà moltissime persone. Nonostante tutto qualcuno cercherà di aiutarlo. Girato in un livido b/n è un omaggio al cinema Sci-Fi degli anni ’50.
HOMO: il detenuto Broom s’invaghisce del detenuto Bolton per il quale prova un enorme desiderio sessuale. Ma la vita in carcere è dura e il destino spietamente beffardo. Questo episodio è ispirato alle novelle di Jean Genet (in particolare a “Il miracolo rosa“). I colori, come l’atmosfera, sono molto cupi, solo qualche flashback dai toni abbaglianti viene a portare un pò di luce.

Horror

Horror

Anche se i tre episodi narrati sembrano slegati tra loro hanno più di un aspetto in comune: quello palese è rappresentato dalla H con la quale iniziano i rispettivi titoli. I tre protagonisti sono dei diversi o meglio, considerati tali. Il ragazzino di “Hero” è descritto come “strano” e viene spesso picchiato; il Dr. Graves, deformato dal suo siero, è scansato da tutti; forte è il richiamo alle malattie infettive, come l’AIDS; in “Homo” è evidente il riferimente all’omosessualità come rappresentazione della diversità.
Haynes mette grande premura nel mostrarci il perbenismo imperante, la bontà di facciata di una società che invece si sta sfaldando, intrisa di atavici pregiudizi, dove basta un nulla per esser considerati dei diversi venendo emarginati. L’AIDS, l’omosessualità, le manie personali sono spettri che si agitano sul fondo delle coscienze.
Nonostante il basso budget, essendo un film indipendente, si nota una certa cura nella realizzazione, Haynes, specialmente in “Homo” è audace, ci mostra l’atto sessuale con coraggio, vuole colpire duro. Come risulterà dalla produzione successiva in quest’opera sono già riscontrabili alcune delle sue caratteristiche peculiari: l’originalità, il tormento, una spiccata acredine verso le convenzioni, un’elegante sfrontatezza e l’ammiccamento compiaciuto, anche se comunque è difficile ingabbiare il suo modo di fare cinema in una o più classificazioni. Qualcuno ha definito questo film sovversivo, altri ripugnante, io sono incline a ritenerlo diverso, impertinente e curioso; non lascia indifferenti. Indubbiamente non è un prodotto adatto a tutti: un paio di scene sono “forti” e “l’intrattenimento” non era certo l’obiettivo perseguito del regista. Classico (buon) film da festival. Nel cast John Leguizamo.
Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 1991

VOTO 7

POISON (1991)ultima modifica: 2014-02-28T20:48:58+01:00da baronbodissey
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